RexPlants - Piante Carnivore Il forum delle piante che mangiano

Substrati sostitutivi organici: parliamone

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    il_raspa
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    00 24/03/2012 20:35
    e in quanto a reperibilità, la torba di cocco si reperisce più facilmente della torba di sfagno?
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    edgar allan poe
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    00 24/03/2012 22:09
    la "fibra di cocco" che non è torba... non sono riuscito mai a trovarla, nei garden, ma se guardi qualche pagina indietro ci sono i link per dei siti online...
    la torba acida di sfagno, la trovi normalmente nei garden, naturalmente dovrai scegliere quella con valori piu adatti alle piantine [SM=x349152]
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    Pi4nTiN4
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    00 25/03/2012 10:12
    Re:
    Puccio.Salsero, 24/03/2012 15.15:

    Ragazzi, non me ne vogliate per l'ignoranza, ma la segatura in particolare di che tipo?




    Io ho usato quella che si trova nei negozi per animali, è di acero se non sbaglio. Ho fatto questa scelta per eventualmente poter proporre un prodotto "standard" (più reperibile o criticabile una marca, che non "la segatura dell'amico falegname") e per essere sicuro non derivasse da legni trattati con lacche o vernici o con altre aggiunte discutibili.

    Ad ogni modo non sembra esservi particolare differenza nemmeno sul tipo di legno usato, quindi basta che non abbia "troiai" e puoi provarle un po' tutte.

    il_raspa, 24/03/2012 20.35:

    e in quanto a reperibilità, la torba di cocco si reperisce più facilmente della torba di sfagno?



    Nei garden credo sia quasi impossibile trovarla al momento (anche se mi pare qualcuno ne trovò all'ikea). Tuttavia se conosci dei negozi per cultura idroponica molto probabilmente potrai trovarne.
    Altrimenti esiste sempre la via della comanda on-line (trovi diversi link in precedenza, ed una tabella con qualche dato nel post "Fibra di cocco per Sarracenia"), se hai poche piante è anche molto comoda (sono pacchi compressi che occupano veramente poco spazio, e ti rendono fino a 70l, anche se puoi trovare imballaggi da 50l, 9l).
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    Puccio.Salsero
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    00 25/03/2012 11:35
    Beh penso di finire il saccone di torba che avevo acquistato, nel frattempo seguo con interesse le crescite su sub strati alternativi, in particolare segatura.
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    edgar allan poe
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    00 25/03/2012 16:57
    e se provo a rinvasare una talea di nepenthes ventrata in un mix di bark e segatura.... puo essere un altro buon test?? [SM=x349150]
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    Pi4nTiN4
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    00 26/03/2012 18:37
    Re:
    edgar allan poe, 25.03.2012 16:57:

    e se provo a rinvasare una talea di nepenthes ventrata in un mix di bark e segatura.... puo essere un altro buon test?? [SM=x349150]




    Sicuramente qualsiasi mix che non contenga torba può essere un buon test per questa sezione.
    Basta sempre poi aggiornare e seguire lo sviluppo della pianta, comparandola magari a quelle cresciute in substrati classici, fornendo sempre eventuali informazioni sulla coltivazione (es. È meno colorata che... ma prende meno sole oppure l'acqua dura di meno, ma... etc...).

    Provate gente! Provate e fateci sapere!

    Se qualcuno ha la possibilità, ci sarebbe anche la lolla di riso che si potrebbe sperimentare.
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    S.Simone
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    Gran carnivoro
    00 26/03/2012 19:04
    A occhio mi verrebbe da dire che la segatura di conifere sia la più indicata e spiego il perchè:

    la segatura di pini, abeti o altre conifere, contiene la resina che è un impermeabilizzante
    naturale e quindi immagino che immersa nell'acqua si deteriori e marcisca molto lentamente
    rispetto ad una segatura di alberi più fragili e morbidi, tipo betulla,
    faggio e tendenzialmente quasi tutti
    gli alberi da frutto.

    Se il nostro obiettivo è quello di fare a meno completamente della torba rimanendo su prezzi accettabili
    rispetto alla durata del substrato, cercherei fin da subito di usare composti che teoricamente, come composizione,
    sono portati ad deperimento molto lento.

    Allo stesso tempo mi verrebbe da pensare che anche quella di ulivo dovrebbe essere molto
    resistente all'acqua, ma non ci metto la mano sul fuoco; poi c'è da considerare che essendo l'acqua
    usata per le nostre piante quasi pura potrebbe essere più efficace nello sciogliere sia la resina
    che l'olio contenuto nel legno delle piante sopra citate.

    Non mi sentirei di dire che quella di acero duri più delle altre, anzi, lo vedo nei miei bonsai
    quanto durano i rami secchi nell'una e nell'altra pianta, e decisamente
    tra una conifera ed un acero non c'è partita.

    Simone
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    Pi4nTiN4
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    00 26/03/2012 20:19
    Re:
    S.Simone, 26.03.2012 19:04:

    A occhio mi verrebbe da dire che la segatura di conifere sia la più indicata e spiego il perchè:

    la segatura di pini, abeti o altre conifere, contiene la resina che è un impermeabilizzante
    naturale e quindi immagino che immersa nell'acqua si deteriori e marcisca molto lentamente
    rispetto ad una segatura di alberi più fragili e morbidi, tipo betulla,
    faggio e tendenzialmente quasi tutti
    gli alberi da frutto.

    Se il nostro obiettivo è quello di fare a meno completamente della torba rimanendo su prezzi accettabili
    rispetto alla durata del substrato, cercherei fin da subito di usare composti che teoricamente, come composizione,
    sono portati ad deperimento molto lento.

    Allo stesso tempo mi verrebbe da pensare che anche quella di ulivo dovrebbe essere molto
    resistente all'acqua, ma non ci metto la mano sul fuoco; poi c'è da considerare che essendo l'acqua
    usata per le nostre piante quasi pura potrebbe essere più efficace nello sciogliere sia la resina
    che l'olio contenuto nel legno delle piante sopra citate.

    Non mi sentirei di dire che quella di acero duri più delle altre, anzi, lo vedo nei miei bonsai
    quanto durano i rami secchi nell'una e nell'altra pianta, e decisamente
    tra una conifera ed un acero non c'è partita.

    Simone



    Io ho parlato di "indifferenza" sul tipo di legno citando un sistema di restaurazione di torbiere che, appunto, non pone particolare peso alla provenienza della segatura.

    Io provai con quello d'acero semplicemente perché fu quella che trovai più facilmente.
    Tuttavia appoggio quanto tu dici, legni molto lignificati e molto "compressi" dovrebbero durare molto di più di legni con poca lignina e più morbidi.

    Sarebbe da avere qualche caratteristica sui vari legni (cosa di cui non dispongo), o altrimenti andare avanti a prove e vedere poi col tempo quali risultino essere i più adatti.
    Poi oltre a questo va sempre considerata la reperibilità: con una segheria affianco casa che mi regala il prodotto, mi accontenteri di legni che durino anche solo 2-3 anni, se dovessi comperare il prodotto potrei favorire un qualcosa di più longevo.


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    S.Simone
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    00 27/03/2012 12:00
    Re: Re:
    Pi4nTiN4, 26/03/2012 20.19:



    Io ho parlato di "indifferenza" sul tipo di legno citando un sistema di restaurazione di torbiere che, appunto, non pone particolare peso alla provenienza della segatura.

    Io provai con quello d'acero semplicemente perché fu quella che trovai più facilmente.
    Tuttavia appoggio quanto tu dici, legni molto lignificati e molto "compressi" dovrebbero durare molto di più di legni con poca lignina e più morbidi.

    Sarebbe da avere qualche caratteristica sui vari legni (cosa di cui non dispongo), o altrimenti andare avanti a prove e vedere poi col tempo quali risultino essere i più adatti.
    Poi oltre a questo va sempre considerata la reperibilità: con una segheria affianco casa che mi regala il prodotto, mi accontenteri di legni che durino anche solo 2-3 anni, se dovessi comperare il prodotto potrei favorire un qualcosa di più longevo.



    Discorso ineccepibile, il problema mio però, che abito a Roma, è che ti fanno pagare anche
    le cacche di piccione, quindi devo assolutamente valutare attentamente le scelte da fare;
    in teoria avrei anche un caro amico in montagna che vende legna da ardere e lui di segatura
    ne ha a volontà, è di quercia e castagno, principalmente.


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    il_raspa
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    00 28/03/2012 00:22
    nella mia ignoranza proporrei una vecchia e diversa chiave di lettura: qual'è il legno più comune ma anche più eco-sostenibile?
    mi spiego meglio: visto che i substrati alternativi devono dare la possibilità di sostituire la torba (che da quello che so sta diventando rara e "protetta") dovrò usare una segatura il più possibile ad impatto zero. quindi, ad esempio, se vivo in mezzo ad una selva di castagni penso sia più logico adottare segatura di castagno.
    altro esempio: se posso scegliere tra un legno comune ed un legno più raro sceglierò quello più comune per disincentivare l'abbattimento di alberi rari.
    sarà una banalità ma volevo dirvi come la pensavo io.
    a voi la parola...
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    Pi4nTiN4
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    00 28/03/2012 12:51
    Re:
    il_raspa, 28.03.2012 00:22:

    nella mia ignoranza proporrei una vecchia e diversa chiave di lettura: qual'è il legno più comune ma anche più eco-sostenibile?
    mi spiego meglio: visto che i substrati alternativi devono dare la possibilità di sostituire la torba (che da quello che so sta diventando rara e "protetta") dovrò usare una segatura il più possibile ad impatto zero. quindi, ad esempio, se vivo in mezzo ad una selva di castagni penso sia più logico adottare segatura di castagno.
    altro esempio: se posso scegliere tra un legno comune ed un legno più raro sceglierò quello più comune per disincentivare l'abbattimento di alberi rari.
    sarà una banalità ma volevo dirvi come la pensavo io.
    a voi la parola...




    La tua riflessione è sicuramente corretta e pertinente.

    Tuttavia credo sia difficile avere segature corrispondenti ad un'unica specie (segherie, falegnamerie, credo lavorino differenti tipi d'albero e mescolino lo scarto).

    Tuttavia penso che con la segatura scegliere un prodotto "locale" con legni comuni, sia la scelta più adatta: oltre a poter magari ridurre il prezzo (evitando spedizioni, conoscendo qualcuno che possa regalare il prodotto o venderlo a prezzo di favore etc...), penso che in linea di massima dovrebbero essere prodotte dalla lavorazione di legname autoctono (e quindi proveniente da selve o piantagioni, quindi che lascino indenne "legni pregiati").

    Probabilmente riuscire a riunirsi in piccoli gruppi regionali potrebbe essere vantaggioso per la segatura (migliore conoscenza del territorio con relativa "facilità" nel contattare artigianati locali o simili).
    ___

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    il_raspa
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    00 28/03/2012 18:00
    Re: Re:
    Pi4nTiN4, 28/03/2012 12.51:




    La tua riflessione è sicuramente corretta e pertinente.

    Tuttavia credo sia difficile avere segature corrispondenti ad un'unica specie (segherie, falegnamerie, credo lavorino differenti tipi d'albero e mescolino lo scarto).

    Tuttavia penso che con la segatura scegliere un prodotto "locale" con legni comuni, sia la scelta più adatta: oltre a poter magari ridurre il prezzo (evitando spedizioni, conoscendo qualcuno che possa regalare il prodotto o venderlo a prezzo di favore etc...), penso che in linea di massima dovrebbero essere prodotte dalla lavorazione di legname autoctono (e quindi proveniente da selve o piantagioni, quindi che lascino indenne "legni pregiati").

    Probabilmente riuscire a riunirsi in piccoli gruppi regionali potrebbe essere vantaggioso per la segatura (migliore conoscenza del territorio con relativa "facilità" nel contattare artigianati locali o simili).




    siamo d'accordo allora
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    Pi4nTiN4
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    00 31/03/2012 15:34
    Continuiamo con le foto per gli indecisi xD

    S. leucophylla x purpurea subsp. venosa, cocco della U-grow da febbraio (prima cocco della Kokofina).



    Qui abbiamo una talea di C. follicularis, cocco della Kokofina, al sole da una settimana circa (e qualcosa ricomincia a colorarsi!).



    E qui un risveglio di S. alata "white flower", cocco della Kokofina (da 1-2 anni ormai).



    Infine fioritura di una non-carnivora, ma tipica di torbiera alta: Eriophorum vaginatum.
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    Pi4nTiN4
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    Membro Heliamphora
    00 12/04/2012 10:02
    Colgo l'occasione di questa giornata di sole per mostrarvi un confronto con i "seedling" di S. leucophylla x purpurea subsp. venosa:




    Le piante sono cresciute sino a febbraio nello stesso vaso e stesso composto (Kokofina/sabbia di fiume 3:1). Con i rinvasi le ho separate su due vasi distinti senza lavare le radici dal vecchio composto.

    A sinistra: U-grow (100%), a destra: Kokofina (100%).
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    00 12/04/2012 17:55
    Ho appena avuto un panetto di fibra di cocco bionova, come campione per effettuare i test sulle carnivore. Le prime candidate saranno una dionea, una sarracenia (entrambe da garden) ed alcune drosere capensis appena nate da seme (dato che ho enormemente sottostimato la capacità germinativa della capensis). Anche se è un pò tardi voglio cominciare subito, così da poter contribuire a questa sperimentazione.
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    edgar allan poe
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    00 27/04/2012 19:48
    aggiorno che il mio esperimento di una dionea e una drosera campensis in segatura sta procedendo male, le piantine sono bloccate nella crescita e stentano parecchio,
    penso che sia dovuto al fatto che ho usato una segatura parecchio fine, e si è compattata troppo impedendo alle piante di svilupparsi.
    ora vedro o di "tagliarla con perlite" o comprare una segatura di taglio leggermente piu grossolana
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    pandalf85
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    00 28/04/2012 02:04
    Ottimo, l'importante è non mollare mai e continuare a sperimentare.

    Ricordiamoci che queste nostre prove hanno la funzione di promuovere la coltivazione delle piante carnivore su substrati peat-free, al fine di incentivare e maturare un'educazione ambientale che vada di pari passo con la conservazione delle zone umide. Chiaramente non tutti i sistemi possono rivelarsi idonei alla prima sperimentazione o biosostenibili ma, l'importante, è riuscire a trovare una via di coltivazione a minor impatto ambientale possibile.
    [Modificato da pandalf85 28/04/2012 02:15]
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    Pi4nTiN4
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    00 28/04/2012 20:39
    Re:
    edgar allan poe, 27/04/2012 19.48:

    aggiorno che il mio esperimento di una dionea e una drosera campensis in segatura sta procedendo male, le piantine sono bloccate nella crescita e stentano parecchio,
    penso che sia dovuto al fatto che ho usato una segatura parecchio fine, e si è compattata troppo impedendo alle piante di svilupparsi.
    ora vedro o di "tagliarla con perlite" o comprare una segatura di taglio leggermente piu grossolana




    Mmh... sarebbe interessante capirne i motivi.
    È possibile magari che segature provenienti da certi legni abbiano sostanze con effetti negativi sulla crescita, sarebbe da approfondire.

    Io mi trovo abbastanza bene, anche se continuo a preferire il cocco (nonostante abbia per la testa di provare un substrato cocco:segatura).


    Facci sapere come prosegue ad ogni modo!
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    edgar allan poe
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    00 28/04/2012 20:58
    gli esperimenti servono a questo.. capire e imparare qualcosa di nuovo!
    domani posto alcune foto sulla situazione delle piante e del substrato [SM=x349151]
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    .Pico.
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    U.falloide
    00 29/04/2012 11:41
    Avevo provato anch'io con segatura mista di (prevalentemente) pioppo, faggio e betulla, ma è marcita in poche settimane.
7