Smettila di lamentarti Giulio!
Belle piante Giulio, come al solito penso ormai i complimenti siano superflui.
Comunque, a fine stagione ogni singola pianta nella mia collezione passerà in fibra di cocco.
I motivi sono molteplici:
Il cocco è più eco-friendly (anche se si fa 10000 km per arrivare fino a noi) rispetto alla torba, rapportando l' 1 mm annuo di crescita di una torbiera rispetto a quello di una foresta;
È meglio della torba bionda acida di sfagno, che comunque ora come ora scarterei. La torba bionda è lo strato superficiale della torbiera, con un grado di maturazione sì alto, ma non abbastanza da garantire una stabilità sia livello igrometrico sia a livello di pH, infatti leggo sempre più spesso di torba bionde acide di sfagno che durano anche sei mesi, nonostante tutti gli accorgimenti del caso.
Il cocco invece, o meglio alcune marche, tamponano il pH del prodotto per renderlo più stabile nel tempo; Penso sia ovvio e scontato scegliere un buon cocco, prenderne uno con salinità e CE alle stelle penso sia da folli.
Nelle colture fuori suolo, ove si utilizzano soluzioni nutritive, è molto importante che il substrato non subisca variazioni repentine delle condizioni biochimiche e soprattutto è opportuno che duri nel tempo. A tal proposito, come mi ha confermato il CNR di Mola presso il cui sto seguendo il corso "Colture Fuori Suolo" il cocco risulta più stabile nel tempo rispetto alla torba bionda che, diciamolo, non è che sia un granchè. A questo si potrebbe utilizzare la torba bruna, con un grado di maturazione (Von Post) basso e proprietà chimico-fisiche stabili nel tempo, con la pecca dell'elevato costo del materiale, la rarità e i danni provocati dall'utilizzo della torba ad habitat così stupendi e rari come le torbiere, che andrebbero tutelati al massimo.
Qui al mio paese (sempre il CNR) si sta sperimentando anche l'utilizzo di
Posidonia oceanica spiaggiata come substrato, invece che buttarlo in discarica quando ammassata sulla spiaggia.
La comunità delle colture fuori suolo, di cui facciamo parte anche noi eh, già da tempo sta cercando substrati alternativi alla torba!
Quindi, largo agli "alberi da fibra di cocco"
ndr.!
Poi, sinceramente, non riesco a capire il discorso del pH: a quanto pare per molti più il pH è basso, più il substrato è adatto alle carnivore...e non è così! il range ottimale per la stragrande maggioranza delle piante infatti va da 5.5 a 6.5 più o meno, considerando già il pH della perlite( è quasi totalmente inerte ma da il suo contributo, visto che sul range di pH sulla confezione c'è segnato anche 7,5), il pH dell'acqua e via discorrendo allora si va incontro ad una mera contraddizione.
Io, d'ora in poi, coltiverò le mie sarracenie in cocco. e non userò più
Trichoderma, data la vitalità breve del fungo mi sembra inutile utilizzarlo, visto e considerato che potrebbero essere utilizzati altri miceti ed altri accorgimenti che fanno il loro lavoro senza essere mai menzionati al grande pubblico.
Ora, dulcis in fundo, ho visto gente che coltiva piante in sola sabbia con risultati soddisfacenti, ho visto piante coltivate in idroponica ed aeroponica e mi chiedo: com'è possibile che ci si fa tanti problemi a passare delle piante da un substrato ad un altro?
Io amo la natura e vorrei fosse subito bandito l'utilizzo della torba, questa risorsa non è rinnovabile e costa migliaia di anni di adattamenti, endemismi, specie rare e via discorrendo. Sarebbe di certo più eco-friendly non utilizzare neanche il cocco, ma comparando il centinaio d'anni sufficienti a crescere per una foresta mi sembra abbastanza meno dannoso. Ma se volessimo essere davvero eco-friendly a quest'ora non dovremmo utilizzare elettricità non prodotta da fonti rinnovabili, automobile, bus e quant'altro!
Io ho fatto la mia scelta, e voi?