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Substrati sostitutivi organici: parliamone

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2013 21:04
29/04/2012 11:45
 
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dipende dalla durezza del legno.
legno fine come pioppo , betulla marciscono in fretta.
legni più duri come quercia, castagno ecc ci mettono più tempo, poi devi tener conto dell'umidità
29/04/2012 12:15
 
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ecco qui la situazione delle piantine, come vedete la drosera sta facendo il fiore, ma stenta a fare le foglie, non ne ho vista nemmeno una che sia a arrivata alla forma definitiva...
La dionea idem, sviluppo quasi zero,

il substrato non ha avuto cambiamenti di colore e non ho visto marciume.
mi è sembrato troppo troppo compatto, cosi ho rinvasato le piantine con un 50 perlite e 50 segatura [SM=x349150]

vediamo gli sviluppi
01/05/2012 17:17
 
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In effetti pare molto più fine della mia.
Ad ogni modo facci sapere come va con l'aggiunta di perlite!

Se altri che hanno tentato con la segatura aggiungessero informazioni sui loro esperimenti ne sarei veramente felice!
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17/05/2012 17:45
 
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Visto che si tratta di un genere ancora non discusso...

Pinguicula leptoceras, fibra di cocco:



Edit:
Per chi non seguisse la nostra pagina

D. rotundifolia (le radici stanno in segatura xD):



S. flava var. ornata (bhé, fioriscono anche senza esser in torba ;D):


[Modificato da Pi4nTiN4 17/05/2012 18:47]
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Ecco giusto due scatti per un rapido aggiornamento, ne arriveranno di più quando finalmente smetterà di piovere e le piante potranno abbronzarsi un po' :D


S. psittacina (segatura):




S. flava var. ornata (Kokofina):


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qualcuno ha mai provato a fare un vaso con un guscio di noce di cocco?
07/07/2012 10:56
 
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Sempre S. psittacina, sempre in segatura:
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[SM=x349186]

Pure le Pinguicule??? [SM=x349158] [SM=x349158]

Complimenti stai facendo un lavoro magnifico [SM=x349168]





09/08/2012 09:11
 
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E si continua...

S. psittacina (segatura, 2° anno, vaso di 35cm diametro):







Cephalotus follicularis (talee di 1 anno e poco più, 100% fibra di cocco):
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21/10/2012 09:05
 
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Segatura, anche lo sfagno pare apprezzarla...




E i vostri esperimenti?
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24/10/2012 20:08
 
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A breve parto anch'io con le prove in segatura. Mi piacerebbe rendermi conto anche come risponde usandola senza altri materiali aggiunti.




La pianta in segatura dietro S. psittacina come si è comportata?
[Modificato da pandalf85 25/10/2012 00:01]
25/10/2012 00:29
 
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Re:
mrAlmond, 22/02/2011 16:17:

Ragazzi...scusate la domanda, ma il bark lo deresinate prima di utilizzarlo? Che marca comprate? Quello per pacciamatura?




Io uso quello della VIGORPLANT,è l'unica cosa decente che fa per piante carnivore [SM=x349178] ,lo uso anche per orchidee...lo faccio bollire in acqua osmotizzata per deresinarlo,filtro più volte,poi lo trituro col minipimer [SM=x349178] e lo lascio raffreddare...l'ho usato per N.Hookeriana,Soper,Bloody Mary,Ventricosa Alba,Miranda e come inerte garantisce buon drenaggio... [SM=x349154]
25/10/2012 00:31
 
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Re:
Pi4nTiN4, 21/10/2012 09:05:

Segatura, anche lo sfagno pare apprezzarla...




E i vostri esperimenti?




Mah,posso capire che quello della torba è un problema,però sinceramente coltivare in fibra di cocco(che è SOLO un inerte per far si che il substrato sia drenante ed arieggiato)o la segatura non siano la svolta...in quanto NON hanno l'humus e i nutrienti organici fondamentali per la pianta che la torba POSSIEDE. [SM=x349160]
25/10/2012 00:52
 
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Re: Re:
andrea84@rexplants, 25/10/2012 00:31:




Mah,posso capire che quello della torba è un problema,però sinceramente coltivare in fibra di cocco(che è SOLO un inerte per far si che il substrato sia drenante ed arieggiato)o la segatura non siano la svolta...in quanto NON hanno l'humus e i nutrienti organici fondamentali per la pianta che la torba POSSIEDE. [SM=x349160]




A fronte di quello che hai scritto, se hai suggerimenti in merito sono ben accetti [SM=x349151]
25/10/2012 01:32
 
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Mi impongo di astenermi dall'esprimere lungamente qui e adesso la mia presa di posizione nel drammatico braccio di ferro fra la cura delle piante ornamentali e la salvaguardia degli ecosistemi, sia per non sbilanciare questo dibattito tecnico su un approccio etico che perchè, tranne alcuni deprecabili quanto disarmanti casi, voglio trovar modo di continuare a credere di scrivere su un forum di vocazione in primis naturalistica e poi, semmai, con amarezza, su un forum di irresponsabili coltivatori menefreghisti privi di sensibilità ambientale. Che però possono anche loro finalmente vedere la luce (che sta dietro un muro di vetro) come me ad altri.

Come il secondo o terzo rigo di qualsivoglia testo di base sulle piante carnivore recita, queste piante vivono in terreni tipicamente poveri sotto un profilo nutritivo, è per questo che si sono adattate alle austerità del suolo sviluppando carnivoria.

E' acuto evidenziare che un - seppur limitato - range di nutrizione è naturalmente presente in natura anche per via radicale. Questa parte del nutrimento è talmente misera e parziale che replicarla in vaso con l'uso di torba acida di sfagno o di qualsiasi integrazione ad essa risulta prontamente in un disastro senza eguali. La nutrizione in natura avviene in un macro-ecosistema in cui il flusso di sostanze chimiche a matrice biologica è regolato da consociazioni di flora e fauna talmente ampie e complesse da risultare ininglobabili in un complesso di condizioni replicabili in coltivazione. Le direzioni in cui questo concetto si può sviluppare sono molteplici, ma la più evidente è la costrizione del composto in un contenitore, condizione che vincola i processi biochimici in un contesto chiuso e ne rende le degenerazioni e gli sviluppi incongruenti alle condizioni naturali.
In natura, un solo piccolo animale morto sul terreno innesca un processo di decomposizione che coinvolge grandi comunità di funghi, alghe, muschi, batteri, piante ed animali e viene ad interessare aree piuttosto allargate, grazie anche alla continua dilavazione ad opera delle precipitazioni. Tutto questo non accade in un vaso.
Per fare un esempio, se in una galassia ci sono miliardi di stelle e un corpo che la attraversa ha probabilità di scontrarsi con una di esse infinitamente vicina a zero, è pur vero che se una sola piccola stella rimbalzasse all'infinito fra le pareti di una stanza al centro della quale piazziamo un uomo, le probabilità che questo sia colpito in tempi brevi sono massime. E' ciò che accade in un vaso in cui è intrappolato, perpetuamente riprodotto e trasformato dell'azoto: ed ecco il tipico odore di ammoniaca della torba satura...

Infine, mantenere bassi livelli nutritivi (in particolare, di azoto) in vaso è una sfida ardua con l'uso di torba, mentre (qualora proprio si volesse farlo, ma perchè???) innalzarli partendo da un composto quasi inerte come la fibra di cocco sarebbe semplicissimo, con l'uso di vermiculite e di alcuni fertilizzanti di cui non mi impelago a far nome. Quindi, non mi pare proponibile l'idea di usare un composto ANTI-AMBIENTE come la torba acida di sfagno per scopi di coltivazione ornamentale, quando possiamo trovare vie alternative. Se non lo si vuol fare per motivi ecologici, basta usare la logica.
[Modificato da (Maniac) 25/10/2012 01:45]


growlist aggiornata sul mio sito

05/07/2013 15:26
 
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Scusate se chiedo una cosa di cui si è già parlato. L'argomento mi interessa, ma essendo sotto esami non ho molto tempo da dedicare, così ho letto velocemente. Volevo chiedere, per le piante carnivore si usa l'acqua distillata per evitare che i valori dell'acqua del rubinetto alterino le caratteristiche della torba, giusto? Utilizzando però la segatura, vale sempre lo stesso discorso o si potrebbe anche usare l'acqua di rubinetto?
Chiedo ancora scusa nel caso in cui l'argomento sia già stato trattato [SM=x349174]


Visitaci, non mordiamo!
21/08/2013 14:02
 
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Re:
ammaestratore di rospi, 18/02/2011 20:21:

Ho comprato tempo fà della "cocopeat" da utilizzare come substrato per le mie nepenti.Fisicamente la trovo un buon materiale,la si può paragonare ad una "sabbia organica".Le poche piante cresciute ormai da tre anni nella torba di cocco sembrano gradire.
Essendo molto igroscopica,ho provato anche a prendere delle chips di cocco utilizzate come lettiera per rettili(NamibaTerra),macinate poi meccanicamente per rendere la pezzatura più fine,ed anche quì nessun problema da segnalare.
Girava però la voce che il cocco fosse "salato" e necessitava di alcuni lavaggi,pensavo fosse una diceria,invece ho dovuto ricredermi facendo una misurazione al terreno(g/l)con un conduttivimetro,siamo attorno allo 0.45,tanto per capirci con la torba(Florista)siamo sullo 0.07,tanto che vorrei abbandonarlo come materiale.
Farò anche una misurazione del pH se vi può interessare.
Rob



Roberto, hai usato qualche conduttivimetro particolare per misurare la conducibilità nei substrati? Io avevo provato con questo, ma oltre a saltarmi fuori valori diversi, diventa praticamente inattendibile all'interno del composto.
[Modificato da pandalf85 21/08/2013 14:02]
21/08/2013 20:54
 
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Avevo usato un salinometro professionale che uso in azienda dove lavoro.
Per misurare in maniera abbastanza attendibile la quantità di sali disciolti in un substrato usando un conduttivimetro per soluzioni acquose dovresti prendere una parte di terriccio e 2 di acqua demineralizzata e fare quindi la misurazione(non vorrei mettere la mano sul fuoco ma sono quasi sicuro delle proporzioni).
21/08/2013 21:04
 
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Grazie Roberto, farò una prova in quel modo allora [SM=x349153] (anche perchè non so quanto il test di percolazione che avevo fatto sia attendibile)
[Modificato da pandalf85 21/08/2013 21:04]
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