Salve a tutti,
ci tenevo a condividere con voi questa cosa che mi è successa: non è niente di eccezionale ma è un episodio che può farci riflettere sulla Natura, sul caso e anche sugli esseri umani.
Filosofia a parte, da più di 6 anni coltivo le specie base di Sarracenia che ho sempre tenuto senza molte pretese, in vasi neri, con 5 cm di acqua di rubinetto durante tutto l’anno e con esposizione a nord ma con un muro alle spalle (temperatura minima raggiunta questo inverno -7°C).
Tali piante mi sono state regalate già adulte da uno storico coltivatore ed ex socio aipc: Gianni Benetti di Rovigo.
Nel corso degli anni mi sono specializzato su altre piante di zone umide (essenzialmente piante acquatiche e palustri) ed ho abbandonato le pc tropicali, lasciando solo le specie italiane e le sarracenie.
Negli ultimi tempi, per diversi motivi, ho iniziato nuovamente a recuperare qualche pc più “tropicale” e sto progettando una nuova torbiera in giardino, ragioni che mi hanno portato a risistemare e riosservare le “vecchie” sarracenie quasi abbandonate a sé stesse (che comunque producevano ascidi alti anche 80 cm).
Tutto questo preambolo per arrivare al fatto che, ripulendo un vaso di una sarracenia ho fatto caso a delle piccole “capocchie” verdi portate da assi filiformi che, in un primo momento, avevo scambiato per i corpi riproduttivi dei muschi e, quindi, strappato via.
Osservando il susbtrato, però, ho notato che era ricoperto totalmente da foglioline verdi: era un tappeto di Utricularia terrestri!
In questi giorni i piccoli bocci si stanno per aprire e, dal colore bianco, direi che potrebbe trattarsi di U. sandersonii.
Le osservazioni curiose sono che:
-per forza l’utricularia era già presente nel ceppo di sarracenia quando mi è stato regalato più di 5 anni fa
-il vaso non è più stato toccato da quella data (cioè non ho fatto rinvasi e non ho mai coltivato insieme e vicino specie di utricularie terrestri)
-in tutto questo tempo non mi ero mai accorto di questa strana presenza sul fondo della sarracenia
-in un modo o nell’altro tale utricularia è sopravvissuta a questo inverno (e verosimilmente anche a quelli passati) ed è talmente sviluppata che sta fiorendo
Appena i fiori si aprono completamente cercherò di individuare con più sicurezza la specie.
Non è niente di ché ma è un altro esempio che mi ha fatto capire giorno dopo giorno di quanto sia straordinaria la Natura.
Un saluto,
Roberto
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Roberto Pellegrini
Pescia (PT), Toscana - Italia
USDA Z9 - 60 m. s.l.m.
Socio:
- A.Di.P.A. (Associazione per la Diffusione di Piante fra Amatori)
- AIPC (Associazione Italiana Piante Carnivore)
- BIS (British Iris Society)
- IWGS (International Waterlily & Water Gardening Society)
- WGI (Water Gardeners International)