00 13/05/2021 12:16
Re: Re:
.piantamagra., 13/05/2021 11:56:

Grazie Diego.


Beh, l'inverno calabrese non è che sia proprio il prototipo di inverno rigido. Abito in pianura, in prov. di RC, a pochi km dal mare e raramente da queste parti le temperature minime scendono sotto i 5°C.
Se c'è una persona che può testimoniare la differenza di coltivazione tra nord e sud è Serse, che è tornato nella sua Udine dopo aver vissuto (e coltivato) a Reggio C.
Riparate in serra posso dirti che crescono benissimo, anche in inverno, molte piante tropicali per le quali vengono date temperature minime di coltivazione molto superiori a quelle che hanno da me.
Tornando ad U. heterosepala, il substrato sul quale cresce sta tra 1 e 2 cm sul livello dell'acqua che ha sempre qualche grado in più rispetto alla temperatura ambientale. Però quest'anno, a febbraio, nel periodo in cui Burian ha colpito l'Italia, per due notti l'acqua ha congelato e la mattina ho trovato le lastre di ghiaccio sulle superfici dei paludari.
PS: i paludari ospitano anche una popolazione di centinaia o forse migliaia di caridine red cherry, gamberetti d'acqua dolce originari del sud-est asiatico che si sono adattate benissimo e, oltre a figliare peggio dei conigli, hanno colori che non ho mai riscontrato allevandole in acquario.
Questo per dire che spesso prendiamo come regole rigide certe informazioni, mentre basterebbe, acquisita un pò di esperienza, avere il coraggio di sperimentare per ottenere grandissime soddisfazioni.

Oltre a confermare pienamente quanto hai detto sulla differenza di coltivazione tra Sud e Nord (finora qui mi è germinato un solo seme di sarracenia e le piante stanno uscendo solo ora dal riposo invernale) vorrei far notare che la maggior parte di noi trascura il fatto che un paludario o un contenitore ampio è molto più stabile come temperature rispetto ad un vaso... inoltre l’interrelazione con altre piante, microorganismi e animali come i gamberetti o anche i pesci (mi sembra che tu ne abbia) incide incredibilmente sulle piante, in quanto aumentano le sostanze nutritive nel terreno, l’ossigenazione dell’acqua e vengono eliminati o soppiantati da altri alcuni microrganismi, alghe e funghi... io, caro Andrea, ti chiederei di fare un esperimento: prova a coltivare fuori nel paludario, con utricularia e pinguicula crystallina hirtiflora un cephalotus follicularis... secondo me in un terreno più ricco, in simbiosi con piante e animali, puoi lasciarlo fiorire anche se è di dimensioni ridotte, alla sua prima fioritura, come avviene in natura... cosa che con me si è rivelata impossibile con piante coltivate in vaso senza che la pianta avesse un declino incredibile e ci mettesse due anni per ripartire bene.... inoltre spesso sottovalutiamo alcune piante... quest’inverno con Burian, nel mio balcone protetto, ho avuto -8C, temperatura che ha fatto collassare darlingtonia, diversi cephalotus e dionee (ho recuperato tutto, per fortuna)... le piante meno intaccate dalla gelata sono state, incredibilmente, i seedlings di pinguicula crystallina hirtiflora “Rossano Calabro”, nati dai tuoi semi, e che qui a Udine crescono molto più lentamente che da te, lontano dalla loro regione natale😉