il clonismo, punti a sfavore e a vantaggio

Pagine: [1], 2
pandalf85
00sabato 4 febbraio 2012 17:03
Oggi voglio andare un po contro corrente per parlare di una cosa che riguarda molto da vicino i coltivatori di piante carnivore: il clonismo. Come ben sapete, questa moda di etichettare piante con una sigla o un codice si è sviluppata maggiormente a partire dalla fine degli anni '90 ed è tuttora il pane quotidiano dei collezionisti. L'idea di affrontare una discussione del genere parte dalla curiosità di analizzare i punti a favore e a sfavore di questo sistema, in particolare affiancandolo ad altre tematiche vicine e di cui penso valga la pena affrontare (conservazione, divulgazione del piante carnivore ecc.).


Detto questo lancio il primo sasso con una provocazione: può questo sistema essere idoneo a garantire un'efficace catalogazione delle nostre piante in tutti i casi?
prized
00sabato 4 febbraio 2012 19:16
Il concetto secondo me è giusto, è il sistema con cui viene applicato che è una cavolata...
Secondo me ICPS dovrebbe prendersi la briga (o quanto meno, avrebbe dovuto farlo anni fa) di dare un codice univoco alle piante in circolazione.
C'è però il problema delle piante nate da seme, che saranno comunque sempre in numero maggiore rispetto a quelle esistenti, o nate da semi prelevati in natura (che sono quelle da proteggere realmente).

Per quanto riguarda la conservazione, come conseguenza della divulgazione/diffusione, penso che il fatto di mantenere intatte le descrizioni comprensive di location, sia già un'ottima cosa!!
Il problema però è sempre lo stesso, anche se ormai pochi lo fanno (ma quei pochi sono i più grandi a volte), ovvero non bisogna affibiare location a casaccio a delle piante che somigliano a delle altre.

theflame
00sabato 4 febbraio 2012 19:36
Re:
prized, 04/02/2012 19.16:



Per quanto riguarda la conservazione, come conseguenza della divulgazione/diffusione, penso che il fatto di mantenere intatte le descrizioni comprensive di location, sia già un'ottima cosa!!
Il problema però è sempre lo stesso, anche se ormai pochi lo fanno (ma quei pochi sono i più grandi a volte), ovvero non bisogna affibiare location a casaccio a delle piante che somigliano a delle altre.




una cosa che ancora non riesco a capire che passione c'è per la location! posso capire per i nomi che vengono affibiati alle delle determinate piante... però sai che è di quella pianta bella o brutta che sia... mentre per la location ce ne sono una miriade di piante nella stessa location! occorre mettere se ne ha una per dare un'identità alla provenienza della pianta! ma non ho capito da parte nostra tutto questo accanimento! non sò se sono stato chiaro....


prized
00sabato 4 febbraio 2012 19:45
Re: Re:
theflame, 04/02/2012 19.36:



una cosa che ancora non riesco a capire che passione c'è per la location! posso capire per i nomi che vengono affibiati alle delle determinate piante... però sai che è di quella pianta bella o brutta che sia... mentre per la location ce ne sono una miriade di piante nella stessa location! occorre mettere se ne ha una per dare un'identità alla provenienza della pianta! ma non ho capito da parte nostra tutto questo accanimento! non sò se sono stato chiaro....






Parlando di conservazione, si intende la conservazione di una determinata pianta, di una determinata zona in cui cresce in natura. Mantenere la location nella descrizione della pianta aiuta ad avere eventuali superstiti nel caso la location scompaia.

Vedi il caso della leucophylla Hurricane Creek White

A me personalmente, intriga molto la location "Citronelle, Al" in quanto ha leuco molto bianche e opercoli dalle forme molto strane..
_Natale_
00sabato 4 febbraio 2012 20:02
Re: Re:
theflame, 04/02/2012 19.36:



una cosa che ancora non riesco a capire che passione c'è per la location! posso capire per i nomi che vengono affibiati alle delle determinate piante... però sai che è di quella pianta bella o brutta che sia... mentre per la location ce ne sono una miriade di piante nella stessa location! occorre mettere se ne ha una per dare un'identità alla provenienza della pianta! ma non ho capito da parte nostra tutto questo accanimento! non sò se sono stato chiaro....




genericcamente è come dire che in questo forum c'è un utente di nome theflame.
Se però dico che theflame è un utente di rexplant, è di sesso maschile, ha 21 anni e vive a taranto, comprendi che la cosa nella sua specificità è più completa.
Nel caso delle piante se fosse necessario ripopolare una determinata zona dove cresceva una determinata pianta, è doveroso e giusto geneticamente ripopolare con piante della stessa location....non sò se sono stato chiaro.


gym79
00sabato 4 febbraio 2012 20:10
Re: Re: Re:
_Natale_, 04/02/2012 20.02:


genericcamente è come dire che in questo forum c'è un utente di nome theflame.
Se però dico che theflame è un utente di rexplant, è di sesso maschile, ha 21 anni e vive a taranto, comprendi che la cosa nella sua specificità è più completa.
Nel caso delle piante se fosse necessario ripopolare una determinata zona dove cresceva una determinata pianta, è doveroso e giusto geneticamente ripopolare con piante della stessa location....non sò se sono stato chiaro.






Nat,più chiaro di così!!! [SM=x349152] [SM=x349152] Io personalmente sono un maniaco delle location!!Nel senso che mi piace proprio avere una determinata pianta e sapere esattamente da dove proviene in natura [SM=x349168]


theflame
00sabato 4 febbraio 2012 20:14
Re: Re: Re:
prized, 04/02/2012 19.45:




Parlando di conservazione, si intende la conservazione di una determinata pianta, di una determinata zona in cui cresce in natura. Mantenere la location nella descrizione della pianta aiuta ad avere eventuali superstiti nel caso la location scompaia.


io invece noto che è proprio un accanimento come avere una 'adrian slack' proprio a livello collezzionistico io ho notato discussioni di persone che aggiungevano location a delle piante che non ne avevano!vuol dire che quella pianta senza location non se la rifilava nessuno e con la location invece si e non credo per la conservazione...

prized, 04/02/2012 19.45:



A me personalmente, intriga molto la location "Citronelle, Al" in quanto ha leuco molto bianche e opercoli dalle forme molto strane..



anche a me piacciono! anno delle forme e colori davvero stupende!
theflame
00sabato 4 febbraio 2012 20:22
Re: Re: Re:
_Natale_, 04/02/2012 20.02:


genericcamente è come dire che in questo forum c'è un utente di nome theflame.
Se però dico che theflame è un utente di rexplant, è di sesso maschile, ha 21 anni e vive a taranto, comprendi che la cosa nella sua specificità è più completa.
Nel caso delle piante se fosse necessario ripopolare una determinata zona dove cresceva una determinata pianta, è doveroso e giusto geneticamente ripopolare con piante della stessa location....non sò se sono stato chiaro.





questo l'ho capito a cosa serve....
gym79:


Nat,più chiaro di così!!! Io personalmente sono un maniaco delle location!!Nel senso che mi piace proprio avere una determinata pianta e sapere esattamente da dove proviene in natura



perfetto determinata pianta! c'è chi invece basta che ha nella growlist quella location ...
io noto questo [SM=x349169]

gym79
00sabato 4 febbraio 2012 20:34
Re: Re: Re: Re:
theflame, 04/02/2012 20.22:



perfetto determinata pianta! c'è chi invece basta che ha nella growlist quella location ...
io noto questo [SM=x349169]




In che senso??Qua non ti seguo... [SM=x349150]


theflame
00sabato 4 febbraio 2012 20:52
Re: Re: Re: Re: Re:
gym79, 04/02/2012 20.34:



In che senso??Qua non ti seguo... [SM=x349150]






come i codici vedo grow
F1
F2
F3 eccc

tutte in serie indistintamente! dalla numero 1 all'ultima di MIKE

sarà lo stesso con le location avere tutte le location [SM=x349150] ... mah
prized
00sabato 4 febbraio 2012 20:54
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
theflame, 04/02/2012 20.52:




come i codici vedo grow
F1
F2
F3 eccc

tutte in serie indistintamente! dalla numero 1 all'ultima di MIKE

sarà lo stesso con le location... mah




Uhmmmmm.....Non mi sembra sia così... [SM=x349150]

Forse tu hai visto dei codici personali del coltivatore di cui hai visto la growlist...
theflame
00sabato 4 febbraio 2012 21:10
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
prized, 04/02/2012 20.54:




Uhmmmmm.....Non mi sembra sia così... [SM=x349150]

Forse tu hai visto dei codici personali del coltivatore di cui hai visto la growlist...




no no perchè ci sono ovviamente sarre che mancano e riportati come nella grow di MK in ordine ad es:
L1...
l2...
l3...
l4...
l7...
l9...
vabbe tutti vorrebbero avere la collezzione di mike! [SM=x349177]
prized
00sabato 4 febbraio 2012 21:13
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
theflame, 04/02/2012 21.10:




no no perchè ci sono ovviamente sarre che mancano e riportati come nella grow di MK in ordine ad es:
L1...
l2...
l3...
l4...
l7...
l9...
vabbe tutti vorrebbero avere la collezzione di mike! [SM=x349177]




Ok, e cosa centra con le location?
gym79
00sabato 4 febbraio 2012 21:17
continuo a non capire [SM=x349175] [SM=x349175] [SM=x349175]
theflame
00sabato 4 febbraio 2012 21:18
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
prized, 04/02/2012 21.13:




Ok, e cosa centra con le location?




era un esempio quello dei codici allo stesso modo si fa con le location!
theflame
00sabato 4 febbraio 2012 21:18
Re:
gym79, 04/02/2012 21.17:

continuo a non capire [SM=x349175] [SM=x349175] [SM=x349175]



infatti credo che non mi sto riuscendo a far capire io... [SM=x349175]

pandalf85
00sabato 4 febbraio 2012 21:25
Le locations sono appunto le località in natura da cui provengono alcune piante presenti in coltivazione. Nel caso delle sarracenie, rappresentano una sorta di "pegigree" o valore aggiunto che può portare con se anche caratteristiche particolari della zona di origine, spesso ambite dai coltivatori. Si rivelano infine di assoluta importanza al fine della conservazione, ma questo aspetto passa spesso in secondo piano.



una cosa che ancora non riesco a capire che passione c'è per la location! posso capire per i nomi che vengono affibiati alle delle determinate piante... però sai che è di quella pianta bella o brutta che sia... mentre per la location ce ne sono una miriade di piante nella stessa location! occorre mettere se ne ha una per dare un'identità alla provenienza della pianta! ma non ho capito da parte nostra tutto questo accanimento.



L'accanimento entra in gioco quando uniamo la coltivazione con un sistema di catalogazione, come può essere ad esempio l'uso di nomi/descrizioni o il "clonismo" stesso (anche se lo vedo più come un rafforzativo). L'idea di imbrigliare le caratteristiche di una pianta in un codice/descrizione/nome la rendono più facilmente tracciabile e "collezionabile", tanto da essere desiderata dai collezionisti. Lo svantaggio di questo sistema è che porta spesso a lucrarci sopra, con le ben note e, purtroppo, diffuse realtà che conosciamo.



Il concetto del clonismo secondo me è giusto, è il sistema con cui viene applicato che è una cavolata...
Secondo me ICPS dovrebbe prendersi la briga (o quanto meno, avrebbe dovuto farlo anni fa) di dare un codice univoco alle piante in circolazione.



Quoto.
Io penso che il clonismo sprovvisto di una base genetica non sia prettamente affidabile. Non solo, per molti cloni di piante le cui carattestiche fenotipiche son scarsamente confrontabili (e qui ci includo dionee, utricolarie, pinguicole) è comprensibilmente difficile da applicare.





Per quanto riguarda la conservazione, come conseguenza della divulgazione/diffusione, penso che il fatto di mantenere intatte le descrizioni comprensive di location, sia già un'ottima cosa!!
Il problema però è sempre lo stesso, anche se ormai pochi lo fanno (ma quei pochi sono i più grandi a volte), ovvero non bisogna affibiare location a casaccio a delle piante che somigliano a delle altre.



Assegnare una location a casaccio è una delle cose più subdole che un coltivatore commerciante possa fare. Parlando di conservazione andrebbe fatto un discorso a parte per generi botanici, magari agendo anche alla radice della divulgazione carnivora. Penso che praticamente tutti noi abbiamo conosciuto la nostra prima pianta carnivora in un vivaio/garden center. La mia domanda allora è: chi si è mai interessato alle piante carnivore non passando attraverso la quasi obbligata strada della coltivazione?
_Natale_
00sabato 4 febbraio 2012 22:07
theflame, credo tu abbia le idee un pò confuse...possedere un'adrian slack signifa tutto e non significa nulla dal punto di vista del collezionismo, se a te piace la tieni altrimenti nisba; la location e l'ordine maniacale di elencare una grow, è per me segno di SERIETA', e questo non c'entra nulla con i propri gusti o col collezionismo, ne tantomeno con la location.

x pandalf: nessuno di noi, per il semplice motivo che o nasci botanico oppure nasci in determinate zone dove ci sono queste piante.
_dB_
00sabato 4 febbraio 2012 22:28
Il "clonismo" è una fantastica risorsa e una subdola minaccia. Come avete osservato voi, soprattutto dal punto di vista della conservazione, è una risorsa meravigliosa, ma è anche qualcosa che, per effetto di rete, a partire anche da un solo coltivatore poco serio e rigoroso o addirittura in malafede può portare alla diffusione virale e difficile da circoscrivere di location sbagliate, inventate.. e il tutto alimentato in modo ignaro da chi del "clonismo" è un sincero appassionato..
-Nico91
00sabato 4 febbraio 2012 23:00
anche io vorrei dire la mia.
la maggior parte dei cloni in commercio provengono dagli inglesi, e per far questo è normale metterci un codice, un'abbreviazione, in modo tale da poter ricordare da chi proviene una determinata pianta e tale growlist in modo tale da non stare a riscrivere tutto sulla pianta. si sa che la growlist di mike è lì, con tutte le descrizioni e location, quando si vuole la si può consultare.
sfido chiunque a fare trecento/quattrocento cartellini con la descrizione di tutte le piante, è molto più comoda una sigla, tipo F30 o F88. ci scrivi quello sul cartellino ed è immediato. specie per le semine, credo sia quasi obbligatorio utilizzare i codici.
per quanto riguarda il collezionismo sfrenato di alcune piante, credo che ne siamo affetti un pò tutti qui, la ricerca di una pianta rara è un desiderio insopprimibile per alcune persone. io, personalmente, ho imparato ad apprezzare le semine, e con quelle continuerò.
per quanto riguarda le location, è come dare un cognome alla pianta, è sempre bello sapere da dove arriva una determinata pianta, sperando magari sia stata prelevata con i dovuti permessi.
detto ciò, chi inventa locations a caso o nomignoli magari rubati a piante già famose ed esistenti (per vaga assomiglianza) come il caso di Sarracenia flava var. cuprea "Bronze", non è un buon venditore e bisognerebbe starci alla larga il più possibile, altrimenti errori perpetuati nelle growlist come la sopra citata sarracenia vanno a scombussolare saranno inesorabili oltre che parecchio fastidioso, c'è chi si sta ponendo domande per quanto riguarda Sarracenia alata "Night" riportata sul sito di miroslav(se non erro) perchè ce l'ha Wang in america la sarracenia sopra citata, e non credo sia ancora arrivata in europa.

---
Il concetto del clonismo secondo me è giusto, è il sistema con cui viene applicato che è una cavolata...
Secondo me ICPS dovrebbe prendersi la briga (o quanto meno, avrebbe dovuto farlo anni fa) di dare un codice univoco alle piante in circolazione.
---
purtroppo non è attualmente fattibile dare un codice a tutte le piante che ci sono, sarebbe roba da matti, non praticamente fattibile perchè ce ne sono troppe in giro. per fortuna c'è la growlist di mike e compagnia bella che hanno qualche codice.
io credo che mettendo un codice ad una pianta, con relativa growlist online fatta come si deve e tripla copia cartacea della suddetta (non si sa mai, potrebbero perdersi) sia un buon metodo per cercare di catalogare le piante. ovviamente è naturale che una pianta che ha un codice ed è una bella pianta cominci a suscitare l'interesse del coltivatore, che provvede a procurarsi la pianta tramite il codice di riferimento.

ps. ignazio, ma cos'è che vuoi dire? giuro, non riesco a seguirti. [SM=x349174]


in definitiva, sì ai codici, a patto che siano messi come si deve (ordinati e online) e ci si possa fidare della persona che vende/regala/scambia le piante.
NO a chi affibbia un numero di clone ad una pianta a caso sprovvista di codice (tipo, ho una rubricorpora che assomiglia alla F30MK, le metto il codice F30MK) e NO a chi inventa location.
per quanto riguarda la piante prodotte in propio, potrebbe tornare utile utilizzare i PROPRI codici, io uso NG. (F01NG, A01NG etc.)
Freakyplants
00domenica 5 febbraio 2012 10:50
Sono d'accordo con nico.
Inoltre vorrei aggiugere un mio pensiero sulle location.
Avere i dati di località sull'origine di una pianta è estremamente utile sia per la sua determinazione (esempio: se trovo scritto Sarracenia purpurea, Peggy's Cove, Nova Scotia, Canada, posso affermare che con alta probabilità quella è una S. purpurea subsp. purpurea) sia per altri motivi, tra cui la conservazione ex-situ (cioè fuori dal suo habitat).
Ma voglio far notare che la maggio parte delle location legate alle piante in circolazione hanno dati di località troppo vagi e che non potrebbero mai essere reitrodotte con certezza nel luogo d'origine! Quindi in conclusione, sono dati quasi inutili sotto questo punto di vista.
esempi:
Sarracenia flava var. maxima, North Carolina
Qui come location c'è uno stato intero, direi estremamente vago.
Sarracenia flava var. rubricorpora, Apalachicola National Forest, FL
qui è leggermente più specifico, ma il parco Apalachicola è enorme!
_Natale_
00domenica 5 febbraio 2012 12:22
Re:
Marco91, 05/02/2012 10.50:


Ma voglio far notare che la maggio parte delle location legate alle piante in circolazione hanno dati di località troppo vagi e che non potrebbero mai essere reitrodotte con certezza nel luogo d'origine! Quindi in conclusione, sono dati quasi inutili sotto questo punto di vista.
esempi:
Sarracenia flava var. maxima, North Carolina
Qui come location c'è uno stato intero, direi estremamente vago.
Sarracenia flava var. rubricorpora, Apalachicola National Forest, FL
qui è leggermente più specifico, ma il parco Apalachicola è enorme!




starai scherzando....ti aspettavi i riferimenti col gps?
all'interno di queste zone le piante comunque sono circoscritte, mica ogni singolo cm quadro del north carolina è popolato di sarre, alcune specie sono endemiche di determinate zone.

pandalf85
00domenica 5 febbraio 2012 14:06
Cerco di produrre un po di argomentazioni in modo da far meditare su alcuni punti [SM=x349153]



x pandalf: nessuno di noi, per il semplice motivo che o nasci botanico oppure nasci in determinate zone dove ci sono queste piante.




Esatto era questo il punto a cui volevo arrivare. Sembra logico pensare che non ci sia nessun altro, oltre a botanici e studiosi, che si interessi alle piante carnivore in maniera completamente diversa da come siamo stati abituati noi. In realtà esistono molti fotografi e appassionati di flora spontanea che durante la bella stagione vanno a fotografarle in tutte le regioni italiane. Non essendo stati influenzati dalla coltivazione, essi vivono la passione per queste piante sotto un altro aspetto, sicuramente più al passo con l'ambiente.

Va da se che se a un coltivatore posti una foto del genere, il primo pensiero che gli passa per la testa è: "la voglio coltivare".

Al fotografo di flora spontanea questo non interessa. Il suo interesse che le piante rimangano nel loro ambiente e che siano splendide tutti gli anni per andarle a fotografare. E' semplicemente un modo diverso di vivere questa passione che a mio parere regala pari soddisfazioni, se non maggiori, della coltivazione stessa.


starai scherzando....ti aspettavi i riferimenti col gps?



Questo è ragionevolmente vero e pericoloso per le carnivore, in quanto sono piante decisamente commerciali in cui la coltivazione influisce sia in maniera positiva (coltivazione ex situ) che negativa (collezionismo/raccolta a fine di lucro). Esistono tuttavia realtà in cui questi problemi vengono risentiti di meno: se prendiamo ad esempio il mondo delle orchidee, ci renderemo conto che ci son sia appassionati che si occupano della coltivazione (specie tropicali ecc.) sia appassionati che si dedicano esclusivamente alla ricerca sulle specie autoctone spontanee. Quest'ultimi non avendo il cavillo della coltivazione, si possono permettere anche di pubblicare dati di varia natura in rete al fine di aiutare tutti nelle ricerche. In poche parole il loro "collezionismo" si basa sullo scoprire e fotografare locations e piante, puntando tutto sulla conservazione e la ricerca. Chiaramente questo sistema ha successo poichè le orchidee spontanee (per quanto stupende) sono scarsamente coltivabili (hanno bisogno di un fungo simbionte per germinare/sopravvivere e necessitano di circa 14 anni per fiorire). Noi che siamo soggetti ogni giorno a un sistema molto ferrato di collezionismo e catalogazione, abbiamo un rischio sicuramente più elevato di raccolta in natura.


Mi scuso se mi son dilungato un po troppo, ma era un punto chiave che ci tenevo ad approfondire [SM=x349153]




pandalf85
00domenica 5 febbraio 2012 14:09
Per quanto riguarda la questione delle sarracenie bisognerebbe forse che le locations venissero standardizzate, magari fino al livello del comune/provincia.

E' chiaro che se uno legge S. oreophila, Sand Mountain e S. oreophila, DeKalb le interpreta come locations spazialmente separate (non immagina neanche lontanamente che quest'ultima risulti inclusa all'interno della prima).


per quanto riguarda la piante prodotte in proprio, potrebbe tornare utile utilizzare i PROPRI codici, io uso NG. (F01NG, A01NG etc.)



Difatti sappiamo bene che avere troppi codici per uno stesso clone può diventare molto dispersivo. La cosa migliore è che vi sia un ente universale (icps?) che stabilisca l'universalità di determinati codici, eliminando di fatto il proliferare delle sigle "doppione". E chiaro tuttavia, che il clonismo e, aggiungerei, il collezionismo sfrenato che ne deriva, è diffuso maggiormente in europa anzichè in altre parti del mondo (america inclusa).

-Nico91
00lunedì 6 febbraio 2012 15:25
Re:
pandalf85, 05/02/2012 14.09:

Per quanto riguarda la questione delle sarracenie bisognerebbe forse che le locations venissero standardizzate, magari fino al livello del comune/provincia.

E' chiaro che se uno legge S. oreophila, Sand Mountain e S. oreophila, DeKalb le interpreta come locations spazialmente separate (non immagina neanche lontanamente che quest'ultima risulti inclusa all'interno della prima).


per quanto riguarda la piante prodotte in proprio, potrebbe tornare utile utilizzare i PROPRI codici, io uso NG. (F01NG, A01NG etc.)



Difatti sappiamo bene che avere troppi codici per uno stesso clone può diventare molto dispersivo. La cosa migliore è che vi sia un ente universale (icps?) che stabilisca l'universalità di determinati codici, eliminando di fatto il proliferare delle sigle "doppione". E chiaro tuttavia, che il clonismo e, aggiungerei, il collezionismo sfrenato che ne deriva, è diffuso maggiormente in europa anzichè in altre parti del mondo (america inclusa).




sì, avere sigle doppie o triple è uno svantaggio a volte.
per esempio, se prendessimo piante da rogier, provenienti da mike, dovremmo utilizzare il doppio codice. è uno svantaggio, sì, ma bisogna mettersi nei panni di chi poi deve gestire questo enorme database coi codici, e ci sono le solite scaramucce coi nomi.
esempio pratico: questo ente dà codice universale di Sarracenia flava var. rubricorpora 'Claret'. quante fake di questa cultivar ci sono in giro, spacciate per l'originale? ce ne sono un bel pò di fakes, anche se hanno codici diversi (MK F25A, MK F25B, MK F25C) e in questo caso credo sia anche più preciso questo metodo che l'ente. poi c'è anche il caso di S. x 'Evendine', dove c'è la gara a chi fa il falso più simile, non sarebbe affatto conveniente raggrupparle tutte quante in un unico codice.
oltre a questo, io ad esempio sto seminando parecchio. vorrei vederlo a mettere un codice per ogni singolo seedling di ognuno!oppure bisognerebbe dare codice univoco alla seminata, ritornando al vecchio modo di dar nome alle piante tramite semina(come penso sia successo a S. 'Claret')
sarebbe troppo complicato e a volte anche parecchio dispersivo e svantaggioso far gestire ad un ente tutti i codici. meglio tenere in considerazione le growlist, ovviamente redette come si deve, e fa niente dei doppi/tripli codici.
prized
00martedì 7 febbraio 2012 08:56
Re: Re:
-Nico91, 06/02/2012 15.25:


vorrei vederlo a mettere un codice per ogni singolo seedling di ognuno!oppure bisognerebbe dare codice univoco alla seminata, ritornando al vecchio modo di dar nome alle piante tramite semina(come penso sia successo a S. 'Claret')
sarebbe troppo complicato e a volte anche parecchio dispersivo e svantaggioso far gestire ad un ente tutti i codici. meglio tenere in considerazione le growlist, ovviamente redette come si deve, e fa niente dei doppi/tripli codici.




Ma secondo me neanche più di tanto...alla fine un sito può tenere memorizzate migliaia di righe/codici, quindi se per esempio tu dai un codice alle tue semine, potresti contattare questo ente/sito e e fornirglieli in toto, e così dovrebbe fare ogni coltivatore. C'è anche da dire che ogni coltivatore alla seconda volta perderebbe la voglia di fare tutta sta trafila, quindi bisognerebbe anche trovare un modo per invogliare il coltivatore a fornire tutti i codici possibili, e chissà, magari farlo anche guadagnare un minimo...(nell'ordine di 1 cent a codice fornito + foto, per esempio)
-Nico91
00martedì 7 febbraio 2012 15:41
Re: Re: Re:
prized, 07/02/2012 08.56:




Ma secondo me neanche più di tanto...alla fine un sito può tenere memorizzate migliaia di righe/codici, quindi se per esempio tu dai un codice alle tue semine, potresti contattare questo ente/sito e e fornirglieli in toto, e così dovrebbe fare ogni coltivatore. C'è anche da dire che ogni coltivatore alla seconda volta perderebbe la voglia di fare tutta sta trafila, quindi bisognerebbe anche trovare un modo per invogliare il coltivatore a fornire tutti i codici possibili, e chissà, magari farlo anche guadagnare un minimo...(nell'ordine di 1 cent a codice fornito + foto, per esempio)




yuri, quelli come noi son pochi.
c'è chi non sa scrivere neanche Sarracenia leucophylla, figurati qualcuno che si prende di mandare una mail, in inglese, ad un ente che non conosce. per un centesimo poi, per qualcuno l'impresa non varrebbe la spesa. io lo farei gratis, sarebbe un qualcosa che mi sta davvero a cuore fare.
per quanto riguarda le piante morte, poi?
potrebbe succedere di perdere un clone, e ciò renderebbe nullo un codice.
prized
00mercoledì 8 febbraio 2012 08:47
Re: Re: Re: Re:
-Nico91, 07/02/2012 15.41:




yuri, quelli come noi son pochi.
c'è chi non sa scrivere neanche Sarracenia leucophylla, figurati qualcuno che si prende di mandare una mail, in inglese, ad un ente che non conosce. per un centesimo poi, per qualcuno l'impresa non varrebbe la spesa. io lo farei gratis, sarebbe un qualcosa che mi sta davvero a cuore fare.
per quanto riguarda le piante morte, poi?
potrebbe succedere di perdere un clone, e ciò renderebbe nullo un codice.




Se qualcuno decidesse di farlo, lo farebbe seriamente.. Tenendo conto delle semine così come delle piante morte... Sicuramente è un lavoro indicibile, ma chissà....magari qualcuno prima o poi si cimenterà nell'impresa
(Maniac)
00venerdì 10 febbraio 2012 00:13
Chiaramente, siamo solo un gruppo di Homo sapiens che discutono su come classificare una specie vegetale. Su questa concezione fondamentale si possono snodare due differenti punti di vista: uno è quello semplicistico, che vede nell'approccio umano al problema della classificazione una mera psicosi di pretenzioso dominio cognitivo e di controllo sulle cose del mondo. Un altro punto di vista può tener conto della posizione dell'uomo nel mondo e delle sue possibili modalità di interazione con la natura. Infatti, l'uomo è l'unica specie al mondo (sebbene spinta da una tendenza di massa di tipo consumistico, opportunistico ed invasivo sull'ambiente) in grado di attribuire alla bellezza delle cose un valore e un ruolo degni di azioni energeticamente dispendiose, cioè che, in termini biologici, potrebbero essere ritenute antiecnomiche. La coltivazione di piante ornamentali rientra proprio in questo rango di comportamenti di Homo sapiens.
In natura, però, nulla è dettato da leggi antieconomiche o illogiche, quindi a mio avviso è la nostra intrinseca esigenza biologica della conservazione della natura a creare in una fetta della popolazione umana il desiderio di preservare la bellezza, al fine di portarci a compiere sforzi per mantenere in vita il più vasto bagaglio genetico nelle specie che convivono con noi sul pianeta. Nel caso di noi orticolturisti, altro non facciamo coltivando le nostre piante che prodigarci in sostegno delle specie vegetali che reputiamo più belle. L'esistenza degli orticolturisti è complementare a - ed agisce da forza di compensazione di - tutte quelle operazioni umane tese invece al sopravvento della nostra specie senza tener conto dei costi del "progresso". Può sembrarci blasfemo o molto discutibile, ma ricordiamo che, nelle condizioni in cui abbiamo costretto le altre specie del nostro ecosistema, una delle poche vie di salvezza per la natura è diventata farsi adottare dall'uomo, essendo la distruzione ad opera dell'uomo stesso l'unica alternativa prospettabile. Se l'uomo singolo nota le sarracenie e inizia a coltivarle mentre l'uomo massa le stermina per costruire autostrade, è evidente che stiamo cercando di preservare la bellezza, tristemente difendendola da noi stessi.
Purtroppo, il costo energetico della coltivazione è a carico ancora una volta delle altre specie.

Con questa premessa, voglio solo evidenziare un problema di fondo: classifichiamo le piante in una logica possessiva e dominante o per una ambizione conservativa e protezionistica? Nel primo caso, attribuire codici non sarebbe che una estensione della nostra brama di controllo delle cose. Nell'altro caso, possiamo dare alla attribuzione dei codici ai cloni un senso diverso: ci serve a comprendere che due piante, sebbene a volte quasi identiche, possono essere entrambe indispensabili perchè portatrici di bellezze diverse ed uniche, dove per bellezza si intende ricchezza genetica.

Mi sono già dilungato molto, quindi non entro nel merito dell'importanza che sarà assunta in futuro dalla conservazione di ceppi genetici diversi nel contesto della conservazione e del riarricchimento genetico di specie vegetali estinte in natura, magari per scopi di reintroduzione.
Possiamo ben scordarci di reintrodurre un clone di Sarracenia flava var. rugelii in un sito da cui è stata raccolta decenni prima, dopo anni di estinzione. I cloni di Sarracenia non sono eterni e non sono immortali. Se un giorno dovremo ripopolare i siti di Sarracenia con l'intenzione di riportare questa specie nel su habitat quando NOI l'avremo fatta sparire del tutto, sarà necessario effettuare incroci intraspecifici (cioè fra diversi esemplari della stessa specie), o ancor meglio creare delle popolazoini miste, in cui molti cloni di una specie coesistano per realizzare una ripopolazione geneticamente ricca a lungo temine.

I semi prodotti da autoimpollinazione sono sempre più piccoli e meno numerosi di quelli prodotti con impollinazione incrociata intraspecificamente. Le plantule hanno una percentuale di mortalità altissima nei primi due-tre anni e una longevità generale comunque molto più breve.

I semi prodotti incrociando piante della tessa specie ma provenienti da ceppi genetici più dissimili fra loro, sono ulteriormente più grandi e numerosi e le plantule generate hanno una mortalità bassissima, longevità massima, robustezza e vigore non paragonabili a quelle ottenute incrociando piante dello stesso sito.

Un motivo in più per conservare, ove possibile, informazioni sulle locations di provenienza delle piante che coltiviamo.
pandalf85
00giovedì 16 febbraio 2012 15:38
Ottimo intervento che sicuramente ci darà nuovi spunti per i prossimi posts [SM=x349153]

Un altro fatto che vorrei affrontare è l'avvento dei nuovi taxa per le sarracenie: noi tutti sappiamo che da quando sono state descritte le nuove varietà subito ci siamo trovati in un certo qual modo a sfavore. Ebbene questa può essere una conseguenza indiretta del clonismo, che a partire dal nuovo millennio ha spostato l'oggetto del collezionismo dalle specie ai cloni. Negli anni 90, infatti, non vi era usanza di etichettare le piante con varie sigle e codici; quasi tutti i coltivatori basavano il loro collezionismo nell'avere quante più specie possibili. Va da se che la descrizione delle varietà di S. flava non suscitò particolare clamore all'epoca essendo, la proliferazione dei cloni siglati, ancora allo stato embrionale.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:38.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com