Una storiella curiosa sulla forza della Natura

robypellegrini
00giovedì 11 maggio 2006 15:54
Salve a tutti,

ci tenevo a condividere con voi questa cosa che mi è successa: non è niente di eccezionale ma è un episodio che può farci riflettere sulla Natura, sul caso e anche sugli esseri umani.

Filosofia a parte, da più di 6 anni coltivo le specie base di Sarracenia che ho sempre tenuto senza molte pretese, in vasi neri, con 5 cm di acqua di rubinetto durante tutto l’anno e con esposizione a nord ma con un muro alle spalle (temperatura minima raggiunta questo inverno -7°C).
Tali piante mi sono state regalate già adulte da uno storico coltivatore ed ex socio aipc: Gianni Benetti di Rovigo.
Nel corso degli anni mi sono specializzato su altre piante di zone umide (essenzialmente piante acquatiche e palustri) ed ho abbandonato le pc tropicali, lasciando solo le specie italiane e le sarracenie.

Negli ultimi tempi, per diversi motivi, ho iniziato nuovamente a recuperare qualche pc più “tropicale” e sto progettando una nuova torbiera in giardino, ragioni che mi hanno portato a risistemare e riosservare le “vecchie” sarracenie quasi abbandonate a sé stesse (che comunque producevano ascidi alti anche 80 cm).

Tutto questo preambolo per arrivare al fatto che, ripulendo un vaso di una sarracenia ho fatto caso a delle piccole “capocchie” verdi portate da assi filiformi che, in un primo momento, avevo scambiato per i corpi riproduttivi dei muschi e, quindi, strappato via.
Osservando il susbtrato, però, ho notato che era ricoperto totalmente da foglioline verdi: era un tappeto di Utricularia terrestri!
In questi giorni i piccoli bocci si stanno per aprire e, dal colore bianco, direi che potrebbe trattarsi di U. sandersonii.

Le osservazioni curiose sono che:

-per forza l’utricularia era già presente nel ceppo di sarracenia quando mi è stato regalato più di 5 anni fa

-il vaso non è più stato toccato da quella data (cioè non ho fatto rinvasi e non ho mai coltivato insieme e vicino specie di utricularie terrestri)

-in tutto questo tempo non mi ero mai accorto di questa strana presenza sul fondo della sarracenia

-in un modo o nell’altro tale utricularia è sopravvissuta a questo inverno (e verosimilmente anche a quelli passati) ed è talmente sviluppata che sta fiorendo

Appena i fiori si aprono completamente cercherò di individuare con più sicurezza la specie.

Non è niente di ché ma è un altro esempio che mi ha fatto capire giorno dopo giorno di quanto sia straordinaria la Natura.


Un saluto,

Roberto
mrAlmond
00giovedì 11 maggio 2006 16:26
Mi sembra strano che la U.Sandersonii sia sopravvissuta ad inverni con temperature sotto zero...la mia è completamente morta dopo il test di quest'inverno (-10° di minima!!!)
andrea997
00giovedì 11 maggio 2006 16:30
quì a roma -5 e ha stirato le zampette...cmq è rimasto qualche ciuffo quà e là...credo che la tua roberto sia una livida (molto più resistente!)
mrAlmond
00giovedì 11 maggio 2006 16:55
Re:

Scritto da: andrea997 11/05/2006 16.30
quì a roma -5 e ha stirato le zampette...cmq è rimasto qualche ciuffo quà e là...credo che la tua roberto sia una livida (molto più resistente!)



Quoto! [SM=x349168]
robypellegrini
00venerdì 26 maggio 2006 13:45
Come in tutte le storie che si rispettino ci vuole anche il finale.

da quando mi sono accorto dell'esistenza di questa Utricularia nel vaso di una Sarracenia ho niziato ad osservarla con più attenzione, controllando le foglie ma, soprattutto, aspettando che si aprissero i fiori.

Aspetta, aspetta..ma qui non si apriva niente!

Morale della favola, dovrebbe trattarsi di U. subulata nella sua forma cleistogama, ragione che avvalerebbe il fatto che non mi ero mai accorto della presenza.

Natura curiosa...

Roberto
andrea997
00venerdì 26 maggio 2006 14:00
ah la subulata...quella sbuca in tutti i vasi senza motivo e in svariati anni di distanza...però te ne accorgi facilmente dalle foglie fine fine se è lei!
robypellegrini
00martedì 30 maggio 2006 19:20
Un piccolo aggiornamento,

dei circa 25 steli fiorali, sono uno ha prodotto un fiore non cleistogamo: è molto piccolo, si è sviluppato sulla punta dello scapo più alto ed è quello tipico di U. subulata.


Roberto
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