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dubbi su salvaguardia sito e reinserimento in natura

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2023 11:21
14/02/2023 08:17
 
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Ciao Pandalf, non so come ringraziarti per la risposta molto piu' che esaustiva. Ti ringrazio davvero tanto per l'impegno, l'energia ed il tempo che ci hai dedicato. Mi ci vorra' un po' di tempo per "digerirla" bene, nel senso che tanti termini o situazioni non le conosco e provero' a documentarmi il meglio possibile in questi giorni.
Tantissimi pensieri e situazioni che hai citato sono davvero interessantissimi. Devo essere sincero, la tua e' una risposta che apre un mondo e fa vedere tutto da prospettive diverse. Come dicevo, provero' a documentarmi il meglio possibile, nel frattempo, se hai qualche riferimento bibliografico che pensi esser utile... :)

Forse avrei dovuto anche specificare il fatto che vivo in Repubblica Ceca. Non che ci sia molta differenza in quanto all'importanza di preservare gli habitat, ma magari alcune situazioni peculiari sono un po' diverse.
Questa discussione e' nata da alcuni dubbi che mi son venuti appunto discutendo su alcune situazioni con persone dell'associazione locale. La pianta in questione e' la bellissima P. bohemica. Ma davvero il mio voleva essere solo un esempio generale per cercare di capire al meglio i meccanismi di questi interventi.
[Ci tengo a precisare che ovviamente l'organizzazione locale ha tutte le approvazioni dal governo - anche se a volte arrivano un po' troppo tardi - e collabora con l'universita'.]

pandalf85, 2/13/2023 6:21 PM:


E qui si entra in un discorso più ampio che prende in considerazione vari aspetti di tipo genetico: deriva genetica (ovvero che la popolazione naturale vada incontro a una perdita di alleli essenzialmente stocastica (dovuta al caso), col risultato di avere, alla fine, un numero di individui molto simili a livello genetico e quindi più vulnerabili ai cambiamenti ambientali); depressione da imbreeding (incrocio fra individui simili con riduzione di fitness nella progenie), da outbreeding (la progenie prodotta, derivante dall’incrocio di due individui di stazioni molto lontane, perde l’adattamento a entrambi gli ambienti di origine) e la minima popolazione vitale (popolazione in grado di sopravvivere per un certo lasso di tempo, calcolata su fattori demografici e genetici): quest’ultima viene spesso calcolata per verificare quanto un certo potenziale genetico (o individui prossimi alla reintroduzione) potranno tirare avanti, nel corso del tempo, per sostenere una popolazione e non vanificare gli sforzi ex situ; questo è anche il motivo per cui poche piante coltivate di un ceppo locato sarebbero completamente inutili per le introduzioni: la scarsa variabilità genetica, unità alla selezione praticata in cattività, produrrebbero delle popolazioni generalmente non in grado di autosostenersi dal punto di vista genetico per più generazioni, insieme a tutte le altre problematiche viste prima.


Questa e' decisamente la parte piu' interessante per me. Ci avevo pensato in effetti, che prendere semi da poche piante potrebbe non servire a molto a lungo termine. Mi fa piacere leggere, con ampio approfondimento, che quello che mi era balenato in testa non fosse errato.
Certo... mi piacerebbe davvero approfondire.

Bene, per ora ti ringrazio tantissimo ancora!

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