Re:
sorrentino600, 31/10/2010 11.13:
Perdonate la mia ignoranza, ma sono un novellino di queste piante incredibili...
La Stapelia è un genere a sè, giusto? E la Orbea e la Duvalia....?
Scusate me sono un pò confuso
Eccomi..
..allora Stapelia, Huernia, Duvalia, Orbea: sono alcuni dei più noti generi appartenenti a un gruppo di succulente note collettivamente come Stapeliae, un tempo classificate nella famiglia delle Asclepiadaceae, dall'anno 2000 inserite nella sottofamiglia delle Asclepiadoideae, a sua volta compresa nelle Apocynaceae. Mentre gli esperti di tassonomia litigano sulla validità delle nuove classificazioni, i ricercatori tentano di penetrare nel mistero della loro evoluzione.
..e qualche curiosità:
Colori, forme e consistenze delle magnifiche corolle hanno, come sempre in natura, una precisa ragione d'essere: mentre la maggior parte dei fiori del regno vegetale si è evoluta per attrarre api, bombi, farfalle o uccelli impollinatori, i fiori del gruppo delle Stapeliae si sono sviluppati per attirare unicamente gli insetti necrofili e così, con una serie di "trucchi" ingegnosi, sono riusciti a imitare la carne putrefatta o in decomposizione, tanto nell'aspetto, quanto nei colori e nella consistenza. E anche nel profumo.
I "fiori carogna" delle Stapeliae, infatti, emanano un sentore particolare, capace d'inebriare le mosche impollinatrici, ma assai meno noi esseri umani. I ricercatori di botanica non hanno ancora svelato la complessa formula di questo aromatico bouquet: si sa che in parte è dovuto alla presenza di ammine biogene, dai nomi molto eloquenti di "cadaverina" e "putrescina", e dalla presenza di composti organici dello zolfo, ma molti elementi restano ancora un mistero. Eppure, contrariamente a quanto si può pensare, le piante del gruppo delle Stapeliae sono ricercate e coltivate con passione da innumerevoli entusiasti.
Non tutti i fiori emanano un odore disgustoso o penetrante: quelli di alcune Huernia hanno un sentore molto lieve, quasi impercettibile, a differenza di quelli di Orbea e Stapelia, più odorosi, il loro profumo è senza dubbio sgradevole, ma è anche più che compensato dalla smagliante bellezza delle corolle.
Si coltivano in vasi normali o da bonsai con fori di drenaggio, o in basket appesi. Il terriccio deve essere povero di sostanza organica, con una formula minerale e un'abbondante percentuale di pomice, lapillo, lava o pozzolana. Il marciume del colletto, letale, è molto frequente; perciò è meglio pacciamare gli ultimi 2 cm con un drenante, per esempio sabbia medio-grossa.
In natura vivono al riparo di cespugli e rocce; non esponetele perciò al sole diretto: meglio la luce intensa ma filtrata, oppure un'ombra leggera e posizione ventilata. Di provenienza per lo più africana, non sono rustiche: svernano in serra e prediligono una minima di 10 °C; se asciutte e in atmosfera secca, possono resistere anche a 5 °C .
Piante facili alla marcescenza, temono l'umidità e richiedono innaffiature oculate durante la stagione vegetativa. Meglio innaffiarle dal basso (sistema per imbibizione), senza lasciare che l'acqua ristagni nel sottovaso. L'acqua del rubinetto, ricca di cloro, fa male: fatela decantare prima di utilizzarla. Il calcare, invece, non è dannoso, ma, potendo, preferite acqua piovana. D'inverno, le piante vanno lasciate all'asciutto.
Non esagerate con le concimazioni: ne bastano due all'anno.
Le piante sono molto vulnerabili. Proteggetele contro le formiche spargendo una polvere specifica attorno ai vasi. Contro il ragnetto rosso, è meglio effettuare un paio di volte all'anno un trattamento preventivo con un'associazione combinata di acaricida e ovicida. Contro le cocciniglie cotonose, usate un anti-coccidico sistemico, sciolto nell'acqua d'irrigazione, e nebulizzate il corpo della pianta con un prodotto di copertura. Contro funghi e muffe, procedete una volta al mese a un trattamento preventivo, utilizzando dosi bassissime di un fungicida sistemico.
IL TRUCCO ANTIPARASSITI
Per eliminare le pericolose cocciniglie che si annidano nell'apparato radicale procedete così: scavate con una matita due-tre buchi nel terriccio e infilatevi delle palline di naftalina. Il risultato è assicurato!
Buona coltivazione a tutti
Martina